Nel novembre del 2019 Caritas Italiana ha siglato un protocollo d’intesa con il Ministero della Giustizia con l’obiettivo di promuovere, presso le Caritas locali e gli Enti ad esse collegati, la stipula di convenzioni per lo svolgimento dei Lavori di pubblica utilità per le persone sottoposte alla misura giudiziaria della Messa alla prova. Immediatamente, in data 14 luglio 2020, la Caritas Diocesana ha siglato la Convenzione con il Tribunale di Lecce per accogliere le persone coinvolte in misure di esecuzione penale esterna: Affidamento in Prova al Servizio Sociale, Lavori di Pubblica Utilità (LPU) o sospensione del procedimento con messa alla prova (MAP).
Presso la sede della Caritas Diocesana è stato attivato uno sportello informativo accessibile anche di persona ai diretti interessati, oltre che ad avvocati e operatori.
Tale sportello opere in rete con gli altri sportelli attivati (Tribunale/UDEPE e USSM) e in stretto contatto con tutti gli operatori volontari delle Caritas Parrocchiali che hanno aderito alla convenzione, condividendo dati, informazioni e strumenti per l’incontro individui sottoposti alla misura e posizioni disponibili.
All’interno di tale sportello è presente un’operatrice per la giustizia di comunità che opera come facilitatrice per l’accesso alle misure di comunità. La figura si attiverà su segnalazione dell’UDEPE di Lecce, degli enti coinvolti nell’accoglienza dei percorsi e su diretta segnalazione degli interessati e degli avvocati. Si occuperà di:
- Facilitare il reperimento di un ente per lo svolgimento della misura di comunità.
- Collaborare con gli avvocati e gli enti ospitanti, fornendo supporto nello svolgimento dell’attività concordata.
- Rendere più agevole la comunicazione con gli uffici di UDEPE.
- In caso emerga il bisogno di una presa in carico educativa, attiva le altre professionalità che collaborano con la Caritas Diocesana.
Regolamento sportello giustizia di Comunità – VI OPERA (.pdf)
La presa in carico educativa della persona sottoposta alla misura dei lavori di pubblica utilità o messa alla prova evidenzia il lavoro svolto dagli enti ospitanti dall’inizio della misura e alla relazione conclusiva: la richiesta della persona, il colloquio conoscitivo, la disponibilità, la gestione dei rapporti con l’UDEPE, il percorso della persona sottoposta alla misura.
All’interno di questo percorso si introduce una figura di accompagnamento educativo che supporta sia le persone prese in carico che gli enti.
Si prevedono percorsi a maggiore intensità di intervento per soggetti particolarmente fragili: persone con percorso migratorio o che vertono in una condizione di povertà economica e/o relazionale.
Per i soggetti in carico sarà possibile partecipare all’interno delle ore prescritte dal magistrato a percorsi formativi.
Lavorare per una comunità inclusiva è una delle finalità importanti delle attività che si stanno realizzando grazie al progetto “IncludiAMOci” e a tutti gli attori coinvolti nei percorsi di giustizia di comunità. Un cambiamento importante che avvicina sempre di più il “mondo della pena” ai valori fondanti il volontariato quali la volontarietà, la gratuità, la solidarietà, la responsabilità collettiva, il rispetto e la promozione della dignità umana in ogni sua forma.
Il sostegno alle persone nelle varie fasi dell’esecuzione penale esterna, affinché questa si concluda positivamente e sia preludio ad un rientro equilibrato in società, è stato possibile grazie anche all’attivazione dello “Sportello di Comunità” che ha permesso di dare sistema e modalità organizzative a percorsi sempre più numerosi che però sono occasioni che consentono alla persona di rileggere l’esperienza passata e apprendere dalla stessa, elaborando nuovi modi di stare all’interno della società.
News dallo sportello giustizia di comunità


