A Fiumicino arrivo “corridoi umanitari” dal Pakistan
Questa mattina è arrivato dal Pakistan un gruppo di 97 rifugiati afghani nell’ambito del programma dei Corridoi Umanitari realizzati da Caritas Italiana (per conto della CEI – Conferenza Episcopale Italiana), FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio. Anche questo ultimo arrivo è realizzato sulla base dei protocolli siglati con il governo italiano a novembre 2021, per un totale di 1200 persone fuggite dall’Afghanistan e accolte in Italia dalle chiese e dalla società civile.
Il Corridoio Umanitario è la modalità più sicura per espatriare, per chi vive in situazione di pericolo nel proprio Paese. Caritas Italiana per conto della Cei insieme alla Comunità S. Egidio e alla Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), sulla base dei protocolli siglati con il governo italiano, con il supporto delle organizzazioni internazionali come OIM e l’agenzia delle nazioni unite per i rifugiati UNHCR, hanno realizzato i corridoi umanitari di contrasto all’immigrazione clandestina. Oggi, sono operativi per i profughi della Somalia, del Niger, della Siria e per ultimo dell’Afghanistan.
In questo ultimo periodo durante gli sbarchi nel porto di Leuca, abbiamo potuto constatare la presenza sempre maggiore di famiglie provenienti dall’Afganistan. In modo particolare ci è rimasto impresso un padre solo, vedovo, con la sua figlioletta, il quale ci ha raccontato che per dare un futuro di speranza alla sua bambina non poteva restare nel suo paese, a causa di un regime sempre più avverso alla dignità delle donne.
Tenendo presente tutto ciò e accostandoci alle persone che arrivano via mare, alcuni anche disabili, dopo giorni di traversata e tanti chilometri fatti a piedi, abbiamo aderito alla proposta della Caritas italiana di fare nostro lo strumento dei corridoi umanitari nell’accoglienza di coloro che vivono in pericolo di vita nel proprio paese. I corridoi umanitari cercano di preservare la vita delle persona che hanno diritto alla protezione internazionale, permettendo loro di arrivare attraverso un viaggio sicuro verso i Paesi in cui vivere liberamente, in contrasto all’immigrazione clandestina organizzata dalla criminalità, che pone a rischio la vita di queste persone. La Caritas di Ugento-S. Maria di Leuca ha aderito al programma Corridoio Umanitario dal Pakistan per profughi dell’Afghanistan. Lo ha fatto anche nel segno e nelle modalità che ha insegnato il Venerabile don Tonino Bello che, come papa Francesco ha sottolineato durante la sua visita sulla tomba, “ci richiama a non teorizzare la vicinanza ai poveri, ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù, che per noi, da ricco che era, si è fatto povero” (cfr 2 Cor 8,9).
Don Tonino sentiva il bisogno di imitarlo, coinvolgendosi in prima persona, fino a spossessarsi di sé. Non lo disturbavano le richieste, lo feriva l’indifferenza…questa vocazione di pace appartiene alla vostra terra, a questa meravigliosa terra di frontiera – finis-terrae – che Don Tonino chiamava “terra-finestra”, perché dal Sud dell’Italia si spalanca ai tanti Sud del mondo, dove «i più poveri sono sempre più numerosi mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e sempre di meno»[4]. Siete una «finestra aperta, da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla storia»[5], ma siete soprattutto una finestra di speranza perché il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra teso, ma un’arca di pace accogliente[6]..
Tra le persone giunte a Roma vi è anche Fayaz.
Fayaz è stato segnalato alla nostra Caritas di Ugento-Santa Maria di Leuca, dal fratello Farhad conosciuto durante le operazioni di soccorso presso il porto di Leuca negli ultimi anni e con cui abbiamo stretto una sincera amicizia.
Lo scorso novembre, l’equipe di Caritas Italiana ha ascoltato Fayaz ad Islamabad in Pakistan, ha verificato le condizioni di pericolo per il giovane e preparato tutti i documenti necessari per venire in Europa.
Anche il Corridoio Umanitario comporta delle difficoltà. Infatti Fayaz ha dovuto recarsi in Pakistan, partendo dalla sua città in Afghanistan, ottenere i visti, aspettare e entrare nella enclave diplomatica di Islamabad, soggiornare per un periodo a Peshawar, attraversando i confini tra Afghanistan e Pakistan, dove purtroppo la polizia spara su tutti quelli che attraversano i confini.
La storia di Fayaz è comune a molti suoi concittadini. Ha lavorato per la Nato e per il Governo Afghano, nato dopo la sconfitta dei talebani, ma con il ritorno dei talebani, nell’agosto del 2021, la vita per lui è diventata difficilissima come per moltissimi suoi connazionali. L’unica soluzione è quella di fuggire via, di lasciare il proprio paese dove per un breve periodo, durante l’assenza dei talebani, ha avuto la speranza di poter restare e di poter costruirsi un futuro. Grazie al programma Corridoio Umanitario di Caritas Italiana Fayaz, sarà accolto per un anno dalla nostra Chiesa di Ugento-S. Maria di Leuca, presso l’oratorio della Parrocchia Madonna delle Grazie di Tutino in Tricase, grazie alla disponibilità data dal parroco, don Pasquale Carletta. Domenica 26 febbraio durante la celebrazione delle 17,30 sarà presentato alla comunità. Sarà un anno durante il quale la comunità sarà coinvolta in un cammino di accoglienza, protezione, promozione ed integrazione, attraverso il supporto dell’equipe della caritas diocesana.
Lanciamo un altro appello!
Nei giorni in cui si organizzava il viaggio di Fayaz, lo staff di Caritas Italiana ha incontrato una famiglia di sette persone, Janan e Norina papà e mamma, i figli Rahmanullah, Armanullah, Sediqullah, le figlie Safia e la piccola Iqra che, a Dio piacendo, arriveranno in Italia con Corridoio Umanitario dopo Pasqua e che accoglieremo nella nostra Diocesi.
Per loro c’è bisogno di una porta aperta e di una comunità che se ne prenda cura.