Sabato 29 ottobre 2022
Nuovo giorno ma stesse le scene che si ripetono sotto i nostri occhi.
Porto di Santa Maria di Leuca.
Sono arrivati in ottantatré, di cui più della metà afghani, pochi egiziani( 11), irakeni, palestinesi e dieci MSNA.
A tutti abbiamo portato thé caldo, biscotti, crostatine.
Cinque giorni di viaggio, con un mare gonfio e affamato come le loro pance e i loro cuori.
Stipati in pessime condizioni fisiche, molti con le gambe e con le caviglie congestionate per l’ immobilità. Tutti i bambini sotto coperta.
Quando approdano sulla banchina e toccano terra, si muovono come intontiti, barcollano, fanno fatica a trovare il proprio baricentro.
Intere famiglie silenziose sfilano sotto i nostri occhi: Mahmaud Said( 60 anni) con la moglie Fatima (53)e i loro figli Samara (13) e Mohammad Mandi (16).
Nuclei familiari con le sole madri e i piccoli, tra i quali spiccava per vivacità Zahara, di tre anni, golosissima di cioccolato.
Poi composti, in piedi, gentili nelle loro richieste di aiuto due giovani genitori, lei turca e lui curdo, con i loro due figli, una neonata, a cui viene portata l’acqua calda per diluire il suo latte in polvere.
Johni, una mamma palestinese, con la sua piccola Ilian(5) scappa da un altro infinito conflitto.
Nel frattempo sono arrivate due ambulanze, perché molte sono state le persone che hanno avuto malori. C’erano poi quattro disabili, di cui tre minori.
Aram Ahmad Salman (37 anni) è arrivato dal Kurdistan iracheno con la moglie, i quattro figli e il fratello Azad, tetraplegico.
Salman è sceso dalla barca con lui in spalla, lo ha adagiato sulla banchina; terminate le operazioni di assistenza e riconoscimento, lo ha ripreso in spalla e lo ha caricato sul pullman.
Allo stesso modo lo ha trasportato da Suleimania a Izmirne.
Tra i disastri e le macerie.
Nei loro occhi un sorriso… quello di chi ” tocca terra”. Il sorriso di chi, nonostante tutto, è ancora vivo.
Aram che porta sulle spalle il fratello Azad dà la misura della tragedia della guerra e della disperata necessità di ogni uomo di salvarsi e di salvare.
” Fratelli-diceva Ungaretti-parola tremante nella notte, involontaria rivolta dell’ uomo presente alla sua fragilità”