Biblioteca Vivente
Si è conclusa lunedì l’esperienza della Biblioteca vivente organizzata dal Centro Servizi al Volontariato Brindisi Lecce con lo sportello migranti della Caritas Ugento – S. M. di Leuca e le volontarie del Servizio Civile di Caritas che ha coinvolto 150 studenti dell’IISSF Calasso e dell’ITES A. Olivetti di Lecce.
Per loro, si sono tramutati in libri viventi Blessing Ogeleka della Nigeria, Alfred Obou della Costa d’Avorio e Mottaa Alhggi della Siria.
La biblioteca vivente è infatti una biblioteca vera e propria, con lettori, bibliotecari e un catalogo da sfogliare. Nata nel 2000 da un’idea dell’organizzazione danese “Stop the Violence”, a seguito di un episodio di aggressione a sfondo razzista nei confronti di un ragazzo, è uno strumento ideato per rompere stereotipi e diffidenze, promuovendo la conoscenza. Ora è uno degli strumenti di formazione ai Diritti e alla Diversità, sostenuti dal Consiglio europeo e si è svolto in numerose città, tra cui Copenhagen, Budapest, Lisbona, Oslo.
Il romanzo è il dialogo di mezz’ora con un “libro vivente”, persone in carne e ossa disponibili a raccontare la propria storia e a rispondere a domande e curiosità. Un’esperienza di dialogo interculturale per conoscere realtà di vita diverse dalla propria, un gioco di ruolo contro il razzismo e la diffidenza.
“Hi my name is Blessing Ogeleka, i am from Nigeria” ha esordito la nigeriana Blessing Ogeleka “My topic is: HOPE for TOMORROW”, “Il mio libro si intitola ‘Una speranza per domani“
“Non sono qui per dirti quanto sia stata brutale e ingiusta la mia vita, perché credo che tutti abbiamo avuto uno o due stress nella vita che ci avevano messo in una posizione in cui non volevamo trovarci.
Voglio solo raccontarti un po’ della mia sfida di vita che sembrava impossibile da cambiare...
Ho perso i miei genitori in tenera età, il che mi ha fatto finire per stare con diversi familiari e case di amici. Quindi per questo motivo non ho mai vissuto una buona infanzia…
Mi sono state negate molte opportunità come avere un’istruzione divina, buon cibo, vestiti, cure e persino amici, perché ero sempre impegnata a lavorare per mia zia…”. “…Sono stata mandata a fare l’ambulante per le strade di Lagos mentre i suoi figli studiavano a scuola… Chiudevo il negozio alle 22 poi preparavo la colazione del mattino dopo per i suoi figli. Al mattino facevo il bagno ai due bambini e li preparerò per la scuola“.
Veniva spesso picchiata duramente, frustata con un filo elettrico, la pelle bruciata con il peperoncino se tornava dal mercato senza aver venduto tutta la merce, se in qualche modo offendeva la zia.
“Venivo sempre picchiato nella misura in cui mi ci abituavo. Non importa quanto sia forte il filo o quanto dolore provo, non ho più condiviso le lacrime. Più mi picchiano, più divento forte. Al punto che ho iniziato a fingere lacrime mentre venivo picchiata in modo che potesse fermarsi. Usavo la saliva sugli occhi per fingere e fargli credere che lacrimassi. Tutto questo mi ha fatto rimanere indietro a scuola , sapevo leggere ma non scrivere… Quindi quello che di solito faccio il giorno degli esami in altri per non essere imbarazzato è nascondermi in un posto dove nessuno può trovarmi, perché so già che non passerò gli esami. Solo perché non so leggere e scrivere mi vergognavo troppo per fare amicizia e per partecipare ad attività scolastiche come dibattiti sportivi, quiz, ecc. Questa esperienza mi ha dato problemi psicologici…”
“Ero talmente stanca della mia vita e dei miei fallimenti che all’età di 18 anni volevo solo togliermi la vita e non uscire più senza genitori né cure“.
“Tutto ha iniziato a cambiare quando mi sono rassegnato e mi sono detto, finirai per diventare un nessuno, pietoso, pieno di rimpianti, se non cambi questo atteggiamento, diventerà per te un grande ostacolo in futuro. Mi sono detta che invece di sentirmi male e in colpa per ciò di cui non sono a conoscenza, devo imparare perché ho solo me stesso su cui contare. Fallire o riuscire dipende da me. Così ho iniziato a lavorare da sola per raccogliere dei soldi in modo da potermi iscrivere a una scuola per adulti… E oggi sono orgoglioso di dire che ho scritto quello che sto leggendo per voi in questo momento, nonostante mi ci siano voluti quasi 20 anni per raggiungerlo“.
Leggi il testo completo scritto da Blessing
Qui puoi leggere il libro dell’ivoriano Alfred Obou
Qui la storia della siriana Mottaa Alhggi
“Non giudicare il libro dalla copertina” è il messaggio delle Volontarie del Servizio Civile Caritas”