Suggestioni di un giovane volontario a Faenza

Nel pomeriggio del 16 maggio 2023 mi trovavo presso la Biblioteca di Palazzo Paleotti a Bologna per ultimare la mia tesi di Laurea, quando un operatore mi invitò ad uscire. Ormai l’allerta maltempo in Emilia Romagna era diffusa e Bologna e i comuni limitrofi si trovavano ad affrontare le difficoltà dovute all’alluvione.

A Bologna, il Ravone, un corso d’acqua sotterraneo, è esondato, provocando l’allagamento di via Saffi per la seconda volta in un mese. Le immagini e i video che stavano circolando sui social mostravano una via trasformata in un fiume in piena. Altrettanto spaventose sono state le immagini dell’esondazione del fiume Savena in zona San Ruffillo e di altri fiumi e corsi d’acqua nei comuni quali Rimini, Ravenna, Forlì, Cesena e Faenza. A queste immagini, però, se ne alternavano altre caratterizzate da forte solidarietà, in cui molti volontari prestavano il proprio aiuto a spalare il fango dalle strade e dalle abitazioni. Qualche giorno dopo, Don Lucio, il Direttore della Caritas della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, mi ha proposto di partecipare alle iniziative di volontariato “Insieme per l’Emilia Romagna” ed io ho accolto l’invito con entusiasmo. Mi ha indirizzato presso la Caritas di Faenza dove ho conosciuto Don Emanuele e Claudio, i quali gestivano con grande cura le attività di soccorso e la distribuzione delle materie prime agli alluvionati.
Appena sono arrivato a Faenza sono stato assegnato ad una squadra di soccorso e insieme ad altre tre persone sono andato a spalare il fango, dapprima in prossimità di un’abitazione privata e poi in un’azienda agricola che aveva subito notevoli danni alle coltivazioni.

Ho notato che, nonostante fossero trascorsi 10 giorni dalle piogge intense, i residui di fango erano importanti e i danni nelle abitazioni non potevano essere visti con indifferenza. A volte spalare per molte ore era più faticoso del previsto, ma quando non si riusciva più a dare un contributo in quel senso c’erano varie attività da svolgere. Al mattino, a turni arrivavano al centro Caritas classi di studenti delle scuole di Faenza con il fine di assemblare vari kit per generi alimentari, per igiene personale e per la pulizia della casa da. Nell’arco di un’ora, ogni studente riempiva un kit seguendo le istruzioni dei volontari.

In molti arrivavano al centro Caritas per elargire donazioni e si riceveva, inoltre, tanta solidarietà anche da persone e associazioni fisicamente distanti, tramite spedizioni. Infine, i kit preparati venivano caricati su un furgoncino e distribuiti alla popolazione dei quartieri più colpiti. Nel mio caso i kit sono stati distribuiti nel quartiere Borgotto di Faenza. Per sempre porterò dentro di me il ricordo degli occhi pieni di commozione e tenacia delle persone colpite dall’alluvione. Tanta è stata la speranza che l’esperienza mi ha trasmesso.

di Emanuele Mustillo